Schopenhauer: rappresentazione e volontà

 Rappresentazione e volontà:


Il filosofo tedesco Schopenhauer (1788-1860) si ispirò alla filosofia orientale per esprimere le sue idee; con particolare riguardo al mondo e la sua essenza.

Schopenhauer sostiene una duplice prospettiva sul mondo

  • quella che riguarda la scienza ➡ secondo la quale il mondo è una rappresentazione dell'individuo, ovvero una dimensione fenomenica che non può esistere in modo indipendente dal soggetto. Il soggetto organizza ed ordina i fenomeni in base a: la categoria di causa e alle forme a priori di spazio e tempo.
  • quella che riguarda la filosofia ➡ secondo la quale in mondo è volontà e che attraverso il corpo, l'uomo riconosce in sé l'impulso cieco ed irrazionale del desiderio per cui la vita è dolore, un continuo oscillare tra desiderio e noia. Tuttavia ci sono tre possibili salvezze dal dolore:
  1. la morale: che grazie alla compassione consente di superare le divisioni tra un soggetto ed un altro;
  2. l'esperienza estetica: il fatto che sia disinteressata e la sua mira all'ideale rappresenta un quietivo del desiderio;
  3. l'ascesi: costituisce l'estremo atto di negazione della volontà ➡ detta "noluntas" (negazione progressiva della volontà di vivere ovvero l'ascetismo)

In sintesi il filosofo afferma che il mondo sia una propria rappresentazione dove tutte le cose sono fenomeni, i quali sono elaborati sul principio di individuazione (collocare il fenomeno tramite le forme a priori del tempo e dello spazio) e correlati dal principio di ragion sufficiente (collegamenti causa-effetto). Schopenhauer parte dal presupposto che tutto l'universo umano sia illuso, ovvero sotto il velo di Maya e che solamente attraverso il corpo, il quale è un'oggetto ma anche espressione di volontà, si possa superare la realtà fenomenica.

Per questo il mondo è volontà, dove ogni cosa è manifestazione di tale cieco impulso ad esistere e ad agire, quindi vale l'affermazione la volontà è il noumeno (la vera essenza della realtà).

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